Ecco io mando il mio messaggero davanti a te,
Mc1,1-13
Egli ti preparerà la strada.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la strada del Signore,
Raddrizzate i suoi sentieri.
Il Cristo – ladro di tanta carnalità umana – compare sulla terra già dissolto nella sua concretezza. Sofferente, crocifisso, incontinente è disteso al suolo. Chiodi fioriti (la fertilità della sofferenza?) gli bloccano le mani. Un nugulo di api ricopre il suo volto1Cfr. il biblico “Sic vos, non vobis, nidificate apes”. La trinità che lo ha voluto incarnato in questo mondo di aride e solitarie alture, apre il film e attua il processo attraverso un rito esoterico. Disteso lungo la terra, a contatto con la Madre ctonia, il novello Cristo viene liberato da un freak, che scopriremo essere la rappresentazione della sua dark side interiore. Il popolo di bambini sopraggiunge crocifiggendolo di nuovo e lapidandolo senza un apparente motivo. Ma “chi è senza peccato…” scaglia la prima pietra. L’uomo riavutosi, si ribella e rimasto in compagnia del freak, grazie al supporto lisergico della marjuana, accetta il suo lato “malato” come compagno di viaggio, avventurandosi con lui in un mondo pre-diluvio universale.
È, inizialmente, un Cristo inconsapevole della sua missione. Per gradi conoscerà la propria via attraverso, dapprima, il confronto/scontro con una società che mette in mostra le sue colpe da bolgia dantesca, poi con una Chiesa che è sempre più lontana dalla giusta via e che non lo riconosce come il vero “salvatore”, infine con gli insegnamenti del maestro/alchimista che gli mostra la via da percorrere per compiere il suo destino, una sorta di Giovanni Battista che lo battezza donandogli una “nuova vita”. Questi gradi sono gli scalini della conoscenza che portano il protagonista, unico della comitiva, a ritornare illeso dal viaggio nella ironica e provocatoria illusione cinematografica. Egli è il solo a completare il ciclo della conoscenza, a conquistare veramente la Montagna Sacra, a risorgere in compagnia della prostituta/Maddalena e della scimmia simbolo della progenie umana.
Tratto da Jodorowsky errante – Viaggio nel cinema di Alexandro Jodorowsky di Emanuele Bertolini, 1999