Quanto a me, sono solo il cane da guardia della maggioranza alla Camera, mi occupo di mantenere l’ordine in una Camera soffocata da gente frivola e scansafatiche.
Il mio lavoro consiste nel mantenere pulite le tubature per far scivolare via la melma.
Ma i miei giorni da idraulico stanno per finire, ho fatto il mio dovere e ho appoggiato l’uomo giusto.E’ tutto un dare e avere.
Benvenuti a Washington.
Estratto dalla sceneggiatura del primo episodio della prima stagione di House of Cards, scritto dall’ideatore della serie Beau Willimon, diretto da David Fincher (anche produttore esecutivo) e interpretato da Kevin Spacey.
Il giudizio estetico sulla serie è irrilevante.
Due sono i motivi per cui House of Cards verrà ricordata:
- è la prima serie ad essere interamente prodotta e realizzata non da un network televisivo, bensì da Netflix, la società leader mondiale nella distribuzione online di contenuti audiovisivi.
- Netflix ha deciso di rinunciare alla canonica cadenza settimanale delle serie tradizionali preferendo, invece, “pubblicare” contemporaneamente (il 1 Febbraio di quest’anno) tutti e tredici gli episodi della prima stagione, lasciando così al pubblico la possibilità di decidere quando e come vedersela.
Ma c’è un aspetto ancora più interessante. E riguarda la genesi di questa serie che alla fine è solo data-mining.
Le grandi scommesse ormai non possono prescindere dal Big Data. Nelle ore di punta, un terzo dei download su Internet sono film in streaming. E l’anno scorso, secondo alcune stime, più persone hanno visto i film in streaming on-line che su DVD fisici.
Netflix ha 33 milioni di abbonati nel mondo, una quantità spropositata di dati da cui attingere per capire dove investire. Dei propri utenti sa tutto, gusti, abitudini di fruizione, modalità di sharing, commenti, feedback, ecc. Dalla corretta analisi di questa mole sconfinata di dati ha saputo trarre vantaggio. La faccio semplice. Sapeva che un gran numero di persone aveva visto, dall’inizio alla fine, l’ultima opera di Fincher (“The Social Network”). Sapeva che i film con Kevin Spacey sono sempre andati bene. Sapeva anche che la versione inglese da cui è stata tratta “House of Cards” aveva ricevuto molti feedback positivi. A posteriori sembra semplice ma queste 3 aree di interesse intrecciato sapientemente in un diagramma di Venn hanno generato la serie.
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